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6/6/2005 |
IL MATTINO |
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DALL’INVIATO FRANCESCO
MAROLDA Avellino. Piccolo. Piedi piccoli. Un po’
Palanca nei modi di parlare col pallone e un po’ Miccoli
per quel suo perenne movimento in prima fila. Si chiama
Fabio LAURIA
il personaggio di giornata. Neppure
diciannove anni (li compirà il 30 agosto, giorno di santa
Rosa), Fabio LAURIA
è napoletano. E da napoletano ha giocato
contro l’Avellino. «Nel senso - spiega - che ho sperato
tanto che passasse la Reggiana per poter entrare al San
Paolo da protagonista. Io, napoletano di piazza Ottocalli,
contro il Napoli in un San Paolo pieno di ottantamila
spettatori. Ora lo posso dire: quello era il mio sogno».
Invece s’è dovuto «accontentare» di due gol. E contro
un Avellino che di queste libertà non ne ha mai concesse
molte agli avversari. «Due gol che sul piano personale sono
una gran soddisfazione, non lo nego - racconta Fabio
LAURIA -.
Dopo sette apparizioni e un solo gol, questa - continua - è
stata la mia prima partita da titolare. Un esordio, in
pratica. E non potevo certo deludere la mia famiglia che era
in tribuna al gran completo», scherza. Ma c’è poco da
scherzare. Il giovanotto ha saputo farsi rispettare e dopo
il primo gol ha impressionato anche la tranquillità, la
freddezza con le quali ha battuto il rigore del due a uno.
Accetta volentieri i complimenti, Lauria, ma resta comunque
la malinconia per la finale che non ci sarà. «E certo -
aggiunge - che mi sarebbe piaciuto giocare contro il Napoli,
contro il mio Napoli. Perché - aggiunge - io tifo Napoli e
il mio idolo è e resta Maradona che festeggiava il suo
primo scudetto azzurro più o meno quando io festeggiavo il
mio primo compleanno». Poi? «Poi a dodici anni, dopo aver
imparato le prime cose alla scuola calcio Kodokan, passai al
Modena. E così cominciai la mia ancora giovanissima
carriera». In qual Napoli per il quale faceva il tifo il
giovane Lauria, invece, a far coppia con l’idolo argentino
c’era lui, Bruno Giordano, l’allenatore di questa
Reggiana che se oltre a giocar bene avesse avuto anche un
paio di bomber da doppia cifra avrebbe fatto il vuoto in
serie C. «Amareggiato? Beh, se penso a quel che è accaduto
in campionato, debbo riconoscere che l’Avellino ha
meritato la finale. Se invece - aggiunge - penso a queste
due partite di semifinale, beh, allora posso dire che
abbiamo giocato meglio noi. Di qui l’amarezza, certo.
Complessivamente, invece, sono, siamo soddisfatti perché la
Raggiana abituata negli ultimi anni a lottare per non
retrocedere, stavolta ha addirittura sfiorato la finale dei
play off». Avellino-Napoli, dunque. Come finirà questa
lunga sfida? «Io - dice senza mezzi termini - da ex
napoletano mi auguro che vinca il Napoli. Però - aggiunge
Giordano - l’Avellino è un’ottima squadra e il Napoli
per aver la meglio dovrà giocare davvero grandi gare». E
il futuro di Giordano? «Dipende. Se la Reggiana non cambia
proprietà credo che resterò. Se invece il club passerà di
mano dovrò guardarmi in giro. Dovrò cercarmi altrove una
panchina». Ma non avrà problemi Giordano a trovare
un’altra squadra. Non ne avrà perché quest’anno la
Reggiana ha giocato forse il miglior calcio della serie C.
Però se giochi bene e poi non segni... |
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